La Parola: “Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre”.
Il Commento: Solitudine, incapacità a costruire legami, e autolesionismo. Se ci pensiamo bene questo a volte è il nostro inferno. Anche noi possiamo sentirci molto soli senza riuscire ad avvertire più la comprensione degli altri. Facciamo fatica a costruire rapporti e relazioni significative e ogni volta che falliscono i nostri tentativi aumenta la nostra frustrazione e la nostra solitudine.
Solo Gesù può tirarci fuori da questo inferno, ed è proprio così che accade nel racconto di oggi.
Guarire non è facile le proprie ferite, le proprie paura è una lotta che vale la pena vivere!

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