Trilogia dell'Occasione

Il 15 settembre 1993, giorno del cinquantaseiesimo compleanno, per mano di Salvatore Grigoli moriva padre Pino Puglisi, prima vittima della mafia riconosciuta come martire della Chiesa. Quel giorno segnò la vita di tanti ragazzi da lui cresciti e salvati da quelle “bestia” feroce che è, appunto, la mafia.

Tra questi Christian Di Domenico che con padre Pino visse diversi momenti di incontro e vacanza, soprattutto in estate. Avremo la gioia di ospitare Christian nella mostra comunità per tre serate di teatro di valore e bellezza, legate tra loro dal tema dell’occasione.

La trilogia dell’occasione, perché per ogni cosa c’è il suo tempo: così nascono le occasioni.

Voglio invitarvi alle tre sere di teatro attraverso le parole di Christian:

Per onorare la sua memoria e cercare di trasmettere a tutti coloro che non lo hanno conosciuto i valori essenziali che ci ha lasciato in eredità, continuerò a raccontare la mia storia con “U Parrinu”, che è stata per me l’Occasione di comprendere il Perdono.

Illuminato dal suo sorriso e dal calore di quanti hanno ascoltato la sua storia e hanno poi avuto la bontà d’animo di volerla condividere, ho compiuto un lungo cammino che mi ha portato a riconquistare il dono delle relazioni umane.

Nasce anche da questo sentimento la necessità di raccontare: “Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari” e della sua incredibile migrazione, che mi ha dato l’Occasione di comprendere l’Accoglienza.

Infine, a conclusione di un’ideale Trilogia, eccomi approdato all’incontro con la storia della Famiglia Mazzariol, attraverso il libro: “Mio fratello rincorre i dinosauri”, scritto da Giacomo Mazzariol, che racconta il suo rapporto con il fratello Giovanni, che ha un cromosoma in più. E questa è stata per me l’Occasione di comprendere il significato di Accettare e Amare le persone per quello che sono.

Un giorno Katia, la mamma di Giacomo e Giovanni (e delle loro sorelle Chiara e Alice), parlandomi del libro che narra le vicende della sua famiglia, mi ha detto: “Io

il libro lo vedo come un inno alla vita, alla fragilità che diventa forza, allo stupore, al lasciarsi cambiare e alle differenze che ci fanno essere tutti uguali, tutti parte di

un’unica realtà”.

Credo che siano le parole più semplici e più giuste per esprimere anche il senso del mio fare teatro oggi.

Christian Di Domenico