“Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone”.
La Dedicazione evoca in me la figura dell’unicità, quel sentirmi unico perché appartengo a qualcuno di speciale: a una madre, a un padre, un fratello, una famiglia. Ai compagni di scuola, agli amici, al gruppo, ai colleghi di lavoro , a una cosa, un paese, una comunità, una società.
Appartenere non è possedere o essere posseduti, è essere parte di una storia più grande di me capace di darmi senso e direzione.
Appartenere è sentirsi custoditi e custodire.
Appartenere ti chiama a sentirti abile, nella tua unicità, a ciò che puoi pensare, fare, dare a te stesso e all’altro.
Sono unico perché ho una storia meravigliosa da raccontare che persino Dio ha scommesso su di me chiamandomi per nome!
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