L'ovvio che divora

Pubblicato il 25 giugno 2024 alle ore 06:41

Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce”.

Sembra un’ovvietà l’indicazione che dà oggi la pagina del Vangelo di Luca, ma il nostro vero problema sta nel fatto che molto spesso ci perdiamo per strada proprio le cose ovvie. Infatti quante volte le cose belle che ci sono capitate nella vita, o quell’intuizione che ha rischiarato mesi di preoccupazioni, invece di usarle per vivere diversamente le lasciamo al chiuso della nostra testa. Esattamente come può capitare per la fede: per sua natura essa è luce, cioè serve a illuminare il buio delle cose, ma se si coltiva solo una fede intimistica a cosa può mai servire una fede simile? Se il mio credere non illumina il modo con cui amo una persona, o la qualità del mio lavoro, o la cura di me stesso, o le scelte quotidiane, a cosa mai può servire una luce simile?

È una bella domanda che oggi ci pone il Vangelo: che uso facciamo della nostra fede?

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