Capovolgimenti

Pubblicato il 12 giugno 2024 alle ore 06:26

“In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: Beati voi”.

È così che inizia il vangelo di oggi, e il dettaglio degli occhi di Gesù che si soffermano sui volti dei discepoli la dice lunga sul contenuto delle stesse beatitudini. Poveri, affamati, afflitti, persone con tutte le problematiche legate alla vita, con le loro preoccupazioni, le loro disperazioni, le loro croci, i loro affanni, le loro lacrime.

Non è la vita a decidere al posto nostro. Il cristianesimo mette radice nella nostra debolezza, nelle nostre mancanze, nei nostri fallimenti ma non perché si pone come soluzione o consolazione, ma perché l’Amore di Dio sa porre fiducia lì dove nessuno la riporrebbe mai, compresi noi stessi. La beatitudine cristiana consiste nel lasciarsi amare proprio lì dove ci sentiamo più perdenti, più fragili, più falliti. È far entrare Dio nella nostra miseria prima ancora di risolverla. È permettere a Dio di manifestarsi nella nostra debolezza più ancora che nella nostra autosufficienza. Beato non è chi sa tirarsi fuori dai guai da solo, ma chi si lascia tirare fuori dal Suo Amore.

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